Da sempre ci hanno insegnato che la storia è maestra di vita, e questo non solo attraverso i grandi avvenimenti che segnano le sorti dei popoli, ma anche attraverso le piccole storie quotidiane che messe insieme danno un senso al vivere comune. Questo sito parte proprio da questa provocazione: lasciar parlare gli avvenimenti quotidiani di pastorale e anche lasciar parlare la storia perché ci sia maestra di vita e ci sveli quel tesoro nascosto che per secoli è stato gelosamente custodito nella nostra antica cattedrale dei santi Giovanni e Paolo in Ferentino. La bellezza di questo tempio si intreccia con la prima esperienza cristiana che, dalla predicazione degli apostoli partiti dalla nascosta regione della Giudea, hanno annunciato la “Buona Notizia” del Vangelo per tutto il mondo, ed anche per le strade della nostra città. Quell’annuncio ha sconvolto le abitudini dell’impero romano ed è stato accolto anche da personalità del mondo politico e militare di allora. Ecco allora un altro intreccio di storia, quello della testimonianza di sant’Ambrogio che giunge fino al martirio e che in questa basilica trova riposo nel suo sepolcro che nei secoli sarà il culmine e la fonte della vita cristiana di Ferentino.
Le pietre intagliate finemente con disegni geometrici ed animali che simbolicamente richiamano l’esperienza cristiana ci consegnano alla storia del periodo longobardo che, agli albori del Medio Evo, ha illuminato di una ammirabile luce anche l’oscurità più profonda.
Il viaggio di fede si ferma per contemplare il servizio pastorale del santo vescovo Agostino il quale, formatosi alla scuola di san Benedetto, alla preghiera corale unisce quella preziosa laboriosità che si innalza fino al dono della nostra cattedrale così come la vediamo oggi, perché fosse scrigno prezioso di quel sacro deposito del corpo dell’invitto martire Ambrogio.
Camminando nella chiesa i nostri piedi calpestano un tappeto variopinto di tessere finemente composte che ci invitano all’infinito, in un cammino catecumenale e sacramentale che si avvicina all’altare, sovrastato dal ciborio marmoreo: è qui che si rende presente il memoriale del sacrificio del Golgota per farsi dono nel cibo dell’Eucarestia, perché il cuore si riempia di gioia e ci sia donato il pegno della gloria futura.
La teoria dei santi, che nella navata centrale ci lascia guardare al cielo, ci guida all’Agnello immolato che siede sul trono vittorioso sulla morte ma senza cancellare i segni della passione per dirci che egli è “victor quia victima”: egli è vincitore perché ha saputo farsi vittima per amor nostro. Quell’acqua che sgorga dal tempio santo quasi ci travolge con la sua maestosità e con la sua bellezza per farci ammirare ogni angolo di questo monumento che, alla ricchezza storica ed artistica, per tanti di noi racconta un trionfo di fede: la fede dei papi che da qui hanno annunciato la Parola che salva, la fede dei vescovi che dalla cattedra hanno amministrato la tenerezza di Dio, la fede dei sacerdoti che hanno donato il pane di vita e concessa la misericordia del perdono, la fede di schiere innumerevoli di cristiani che nei secoli hanno riempito questo tempio con voci di preghiera e di lode.
Sono certo che una visita virtuale, in attesa di una visita in presenza, ci faranno provare emozioni grandi.
Lo scorrere delle immagini come lo scorrere dei secoli, si animeranno in un percorso di vita tanto che, per chi crede, sarà spontaneo far muovere anche le labbra e il cuore all'unisono per fermarsi dinanzi al tabernacolo, luogo più intimo di questa basilica, per recitare l'antica preghiera: "Devotamente ti adoro, o Dio nascosto nell'Eucarestia, a te tutto si dona il mio cuore e tutto si strugge nella contemplazione del tuo Amore".
Sia così allora: gli occhi fermi sulle opere d’arte della cattedrale dei santi Giovanni e Paolo di Ferentino portino il cuore a struggersi nella contemplazione del Bello e dell’Amore vero che ogni chiesa del mondo continua a cantare nei secoli.
Foto della Cattedrale prima dei restauri di fine secolo XIX